Come gestire gli attacchi di panico - Sensazione di Soffocamento
I sintomi degli attacchi di panico possono essere di diversa natura. Si possono manifestare in modo diverso e in situazioni diverse.
L’intenzione di questo articolo non è spiegare nello specifico tutti i possibili sintomi di un attacco di panico, ma piuttosto esplorare nello specifico uno di questi, ovvero la sensazione di soffocamento.
Nella seconda parte dell’articolo poi esploreremo alcune strategie pratiche da poter utilizzare in caso ci trovassimo ad avere questo sintomo.
Cos’è un attacco di panico?
Il DSM- 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) descrive l’attacco di panico come un evento caratterizzato dalla comparsa improvvisa di paura o disagio intensi che raggiunge il picco in pochi minuti. Durante un attacco di panico avvengono sintomi sia di tipo fisico che cognitivo.
Alcuni esempi di sintomi fisici sono palpitazioni, sudorazione, tremori e sensazione di soffocamento, mentre esempi di sintomi cognitivi sono la paura di perdere il controllo o morire.
Un attacco di panico può manifestarsi come un evento singolo oppure accadere nuovamente con più o meno frequenza.
Esso può essere sintomo di disturbi mentali ad esempio ansia e depressione, ma anche alcune condizione mediche.
È sempre importante escludere qualsiasi causa fisica quindi è importante rivolgersi al medico di base.
Una volta esclusi cause fisiologiche il miglior modo per affrontare questi tipi di eventi è parlare con uno psicologo o psicoterapeuta per trovare strategie che meglio si adattano a noi e alle nostre esigenze.
Sensazione di soffocamento durante un attacco di panico
L’attacco di panico si manifesta in modo diverso a seconda della persona e la sensazione di soffocamento non è necessariamente sempre presente ma essendo uno dei sintomi tipico lo esploreremo più nel dettaglio concludendo con alcune strategie utili per tornare ad una respirazione regolare.
Persone che hanno avuto esperienza di un attacco di panico con questo tipo di sintomo spesso descrivono di avere la sensazione di non aver abbastanza ossigeno e cercano in tutti i modi di introdurne il più possibile.
Se però la sensazione di soffocamento è data da iperventilazione, quello che dovremmo cercare di fare è proprio l’opposto in quanto in realtà i polmoni sono già colmi di ossigeno.
Quando si respira troppo velocemente i livelli di anidride carbonica (CO2) tendono ad abbassarsi velocemente.
L’abbassamento dei livelli di CO2 nel sangue scatenano una reazione chimica che altera la circolazione sanguigna.
Questi cambiamenti possono risultare in diversi sintomi fisiologici come la sensazione di nausea, capogiri, arrossamento delle guance, pizzicore nelle dita delle mani o piedi, dolore al petto e palpitazioni.
Quello che infatti possiamo fare in queste situazione è quella che possiamo chiamare respirazione omeostatica.
Omeostasi in poche parole significa riportare il corpo a una condizione ottimale. Lo scopo di questa respirazione è infatti quello di ripristinare i livelli di CO2 nel sangue.
Passaggi per una respirazione diafframatica
Vediamo i punti insieme.
Prima di tutto focalizziamo l’attenzione sullo svuotare i polmoni il più possibile. Prova a spingere l’aria fuori dai polmoni il più lentamente possibile.
Una volta che senti che i polmoni sono totalmente vuoti fai una pausa di 1 o 2 secondi.
Infine lascia i tuoi polmoni riempirsi di nuovo il più lentamente possibile dal basso verso l’alto.
Ci sono altri metodi di respirazione diaframmatica, ma la regola generale per ogni tipo di strategia è di seguire ogni passo dell’esercizio lentamente e con calma.
Per molte persone la respirazione diaframmatica funzione per ripristinare i livelli di CO2 e eliminare i sintomi menzionati sopra.
Purtroppo però questo non funziona per tutti, è importante provare diverse strategie e approcci per alla fine decidere quale al meglio si adatta a noi.
Ci sono varie alternative alla respirazione diaframmatica. Alcuni esempi di strategie per ripristinare i livelli di CO2 nel sangue sono il respiro corto e come ultima spiaggia respirare dentro ad un sacchetto di carta.
Conclusione
In questo articolo mi sono soffermata su come affrontare in modo pratico un sintomo specifico dell’attacco di panico, l’intenzione non è dare una soluzione all’attacco di panico.
Avere attacchi di panico che sia uno ogni tanto o molteplici e frequenti è motlo intenso e molte delle volte estenuante, ed è quindi naturale il voler trovare una soluzione veloce per mandarli via il più veloemente possibile, questo non appena capiamo che sono attacchi di panico.
Purtroppo è molto più complesso di cosí, in particolare se gli attacchi sono continui e vanno ad impattare la nostra vita chiedere aiuto a un esperto è fondamentale.
Spero che questo articolo possa essere utile a coloro che hanno avuto personalmente esperienza di un attacco di panico con questo tipo di sintomatologia, ma anche coloro che sono attorno a questa persona e che sono alla ricerca di consigli pratici.
Referenze:
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