Strumenti di psicoterapia: Libere associazioni

Foto di RDNE Stock project da Pexels

Quando parliamo di libere associazioni, nel campo della psicoterapia, non possiamo non pensare immediatamente alla psicoanalisi di Freud.

Quando il terapeuta invita il paziente a dire tutto ciò che gli passa per la mente senza vergogna e pudore o senza preoccuparsi che essi siano per lui pensieri intelligenti o addirittura stupidi, sta fondamentalmente chiedendo al paziente di affidarsi alla libera associazione di idee.

Secondo Freud è tramite questo esercizio di parola libera che l’inconscio può trovare più facilmente il modo di emergere e quindi di essere analizzato. Ancora ad oggi, questa pratica psicoterapeutica, è assolutamente fondamentale e imprescindibile qualora ci si volesse affidare alla psicoanalisi.

Potremmo dire con una certa fermezza che la libera associazione di idee è l’unica regola che vige in seduta e che il paziente, con il tempo che gli occorre, è tenuto a rispettare quanto più possibile per permettere al suo discorso di fluire il più possibile.

Il funzionamento delle libere associazioni

Per capire come funzionano le libere associazioni dobbiamo capire prima come funziona il complesso meccanismo dell’inconscio.

Ovviamente non è possibile essere rigorosi come dovremmo ma ci limiteremo a dare qualche indicazione per rendere il tutto sicuramente più chiaro. In primo luogo è bene ricordare che l’inconscio vuole emergere. L’obiettivo dell’inconscio è quello di arrivare in superficie, di raggiungere la coscienza del soggetto.

Questa dimensione Freud la chiama Es. All’interno dell’Es vivono desideri rimossi, sentimenti di amore, di odio, sessuali e più in generale tutto ciò che a livello della coscienza risulta inaccettabile (pensiamo ad esempio un soggetto che cova sin dall’infanzia il desiderio che il fratellino non fosse mai nato).

Ovviamente questi pensieri inconsci sono scomodi da accettare e ciò che vengono chiamati meccanismi di difesa o resistenze fanno in modo che non siano accessibili alla coscienza.

C’è quindi un’eterna lotta tra due dimensioni: una che vuole emergere e l’altra che vuole impedire l’emersione di questi contenuti.

Quando si chiede al soggetto di parlare liberamente gli si sta chiedendo quindi di abbattere le sue difese, di fare uno sforzo affinché tutto ciò che di sepolto vive dentro di lui possa mano a mano emergere.

Quanti pensieri ci passano per la testa (per la maggior parte scomodi) che non abbiamo il coraggio di verbalizzare?

Ecco, nella stanza d’analisi questo non solo è possibile ma assolutamente consigliato per il corretto progredire della terapia.

Esempi di libere associazioni

Un paziente durante la sua seduta inizia a parlare:

oggi non ho molto da dire in realtà però ho fatto un sogno anzi un incubo in cui la mia casa andava tutta a fuoco ed io ero intrappolato non sapendo se scappare come un codardo per salvarmi la vita oppure aiutare la mia famiglia ad uscire col rischio di morire insieme a loro. Ora che ci penso questo sogno sembra che parli della mia situazione con mia moglie. Come ho già detto le cose non funzionano più bene tra di noi, non c’è più complicità e probabilmente la cosa più giusta da fare sarebbe divorziare però…i bambini…cerchiamo di rimanere insieme per loro. Non so se è la cosa giusta da fare. Se me ne andassi sarei sicuramente più leggero. Restando rischierei di fare la fine dei miei genitori che per non rimanere da soli hanno continuato a stare insieme pur non amandosi per niente. Non credo che questa sia vita! Però non so come fare…

Questa vignetta è un breve esempio di come funziona la libera associazione. Apparentemente il paziente parte affermando che non ha nulla da dire però si appoggia immediatamente alla sua produzione onirica che lo riporta alla sua situazione famigliare la quale, a sua volta, si lega alla relazione tra i suoi genitori.

Questo esercizio, lo si ripete ancora una volta, è possibile solo nella misura in cui il terapeuta permette il costante fluire del discorso del paziente e per fare ciò non deve contaminare il testo di quest’ultimo con il proprio.

I benefici delle libere associazioni in terapia

Come abbiamo già sottolineato l’esercizio di parlare liberamente senza filtri è sicuramente un’operazione difficile che necessita di tempo.

Essere esposti ai propri pensieri più oscuri e permettere loro di prendere forma verbale, è un’esperienza che lascia il segno.

Ciò non toglie che questo processo è immaginabile come un vero e proprio svuotamento; infatti non è raro che un paziente, dopo una seduta di psicoanalisi, si senta più leggero e che questa leggerezza lo accompagni anche nei giorni a venire.

Parlare liberamente è come aprire una diga ed evitare che la vita del soggetto si ingolfi.

I benefici delle libere associazioni non si limitano solo a questo effetto di svuotamento ma allo stesso tempo permettono un incorporamento del materiale inconscio con quello cosciente dando un senso nuovo, un senso inedito, alla storia del soggetto che non sarà più la stessa che si raccontava un attimo prima.

Abbattere le difese psichiche che cercano di censurare le precise parole che si pensano, permette a queste di bonificare l’ambiente psicologico del soggetto dando ad esso una possibilità altra di senso, una chance in più di rileggere il proprio romanzo a partire da un nuovo punto di vista.

Questo costante esercizio di ri-edizione del proprio vissuto è ciò che realmente offre la possibilità di cambiare drasticamente la vita del soggetto.

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Dott. Andres Rivera Garcia

Sono il dottor Andres Rivera Garcia, psicologo e psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico. Iscritto all’Albo degli psicologi delle Marche, specializzato in psicoterapia psicoanalitica presso la scuola I.R.P.A. di Ancona sotto la direzione scientifica di Massimo Recalcati.

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