Burnout: come riconoscerlo e affrontarlo nella vita quotidiana
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Negli ultimi anni, il burnout è diventato un termine sempre più comune, tanto da essere riconosciuto ufficialmente dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come un fenomeno legato al lavoro e allo stress cronico. Si manifesta quando le richieste professionali o personali superano le nostre risorse fisiche ed emotive, causando esaurimento e distacco.
Nella società odierna, caratterizzata da ritmi accelerati, obiettivi pressanti e la costante connessione digitale, riconoscere e affrontare il burnout è fondamentale per mantenere un equilibrio sano tra benessere personale e obblighi quotidiani.
Sintomi del burnout
Il burnout non si manifesta solo con stanchezza, ma con segnali precisi e persistenti che influenzano ogni aspetto della vita.
Ecco i sintomi più specifici:
Sintomi fisici:
Stanchezza costante, anche dopo il riposo.
Frequenti mal di testa e dolori muscolari (soprattutto spalle e schiena).
Problemi di digestione, come bruciori di stomaco e nausea.
Calo delle difese immunitarie: maggiore predisposizione a raffreddori e infezioni.
Sintomi emotivi:
Sensazione di svuotamento emotivo: mancanza di energia anche per le attività piacevoli.
Apatia e distacco emotivo nei confronti del lavoro e delle persone.
Scarsa motivazione, accompagnata da pensieri negativi ricorrenti.
Sintomi comportamentali:
Riduzione della produttività: difficoltà a completare anche compiti semplici.
Procrastinazione cronica e errore frequente nelle attività lavorative.
Evitamento di relazioni sociali o tendenza all’isolamento.
Cambiamenti nelle abitudini: abuso di caffè, cibo spazzatura o alcol per gestire lo stress.
Questi sintomi non devono essere ignorati: il burnout tende a peggiorare senza intervento.
Riconoscerli per tempo è essenziale per ritrovare un equilibrio.
Le cause del burnout
Il burnout ha radici profonde che spesso derivano da un intreccio di fattori personali e ambientali.
Uno degli aspetti più comuni è il sovraccarico lavorativo, quando le richieste superano le risorse disponibili, creando una pressione continua.
Tuttavia, non si tratta solo di quantità di lavoro: la mancanza di autonomia e controllo nelle decisioni, unita a obiettivi poco chiari o irraggiungibili, può alimentare un senso di frustrazione e impotenza.
Un altro elemento cruciale è lo squilibrio tra vita privata e professionale.
La tecnologia, che ci tiene costantemente connessi, può rendere difficile staccare realmente dal lavoro, creando un ciclo infinito di richieste.
Infine, un ambiente lavorativo negativo, caratterizzato da conflitti, mancanza di supporto o un’atmosfera di competizione malsana, può diventare il terreno fertile per l’esaurimento.
Prevenire e affrontare il burnout
La prevenzione del burnout richiede azioni consapevoli per creare equilibrio e ridurre lo stress cronico.
Pianificare la propria giornata con obiettivi realistici è un ottimo punto di partenza, ma altrettanto importante è stabilire confini netti tra lavoro e tempo personale.
Spegnere notifiche, limitare il lavoro extra-orario e dedicarsi ad attività ricreative possono aiutare a mantenere una separazione salutare.
Integrare pratiche di rilassamento, come la mindfulness, può rivelarsi un alleato prezioso.
Anche semplici esercizi di respirazione consapevole o una camminata nella natura contribuiscono a ridurre la tensione.
Infine, non sottovalutare il potere delle pause: staccare per pochi minuti durante la giornata favorisce la produttività e protegge il benessere mentale.
"Non sono pigro, sono solo esausto di combattere ogni giorno per qualcosa che non mi dà più gioia."
Questa frase cattura il senso di esaurimento emotivo e distacco mentale tipico del burnout, dove anche le attività più semplici sembrano insormontabili perché manca l'energia per affrontarle.
Affrontare il burnout significa, prima di tutto, riconoscere di aver bisogno di aiuto.
Accettare la situazione non è un segno di debolezza ma il primo passo per riprendere il controllo.
Una strategia efficace consiste nel rallentare il ritmo e ridurre gradualmente i carichi di lavoro: delegare compiti, chiedere supporto e ridefinire le priorità permette di alleggerire la pressione.
Al contempo, ritrovare piacere nelle piccole attività quotidiane – come una passeggiata, la lettura o l’ascolto della musica – può aiutare a ristabilire il contatto con sé stessi.
Anche il supporto professionale, come la psicoterapia aiuta a aiutando la persona a esplorare le proprie letture soggettive del mondo.
Spesso, il modo in cui interpretiamo le richieste esterne e le aspettative (personali o lavorative) amplifica il senso di oppressione e insoddisfazione. Un terapeuta aiuta a ridefinire queste percezioni, offrendo strumenti per riconoscere schemi di pensiero disfunzionali e sviluppare risposte più equilibrate allo stress.
Questo percorso permette di ristabilire una connessione più sana con sé stessi e con la realtà circostante.